di Claudia Saba
Antonello Sette, giornalista e autore televisivo, nel suo «C’era una volta il calcio», edito da Palombi, inizia dai suoi ricordi.
Il primo è per sempre. Nella mano stretta di un padre che vuole condividere la passione per il calcio con suo figlio. La festa in uno stadio. Il tifo appassionato che accompagna un’azione in campo. I numeri delle maglie dei tanti campioni intervistati da Antonello Sette. I grandi di una volta che solo a leggerli fanno nostalgia: Altafini, Mazzola, Antognoni, Gentile, Bruno Conti. E poi Garlaschelli, Gigi Martini, Graziani, Pulici e Zaccarelli. Fino a Giordano, Serena e Schillaci. Non mancano personaggi insoliti come Agroppi, Sabatini e Zigoni. E poi Arrigo Sacchi, Maifredi, Galeone e Ventura.
Nel libro di Antonello Sette, Aldo Agroppi rivela che «del calcio di oggi salvo solo gli arbitri costretti ad avere a che fare con calciatori ignoranti e viziati». Per José Altafini, i calciatori più forti di tutti i tempi sono stati Rivera e Baggio. Bruno Conti ricorda il provino con Helenio Herrera, Renzo Garlaschelli il primo incontro con Tommaso Maestrelli. Ciccio Graziani rimpiange ancora il rigore sbagliato nella finale di Coppa dei Campioni.
Sandro Mazzola invece riflette sui campioni di ieri: «Sarebbero fenomeni anche oggi. Certo, dovrebbero rinunciare ad alcune abitudini consolidate. Noi ci calavamo dalla finestra e tornavamo in stanza prima dell’alba. Là sotto ci aspettavano donne, che ci chiedevano soldi in cambio di una prestazione amorosa». Paolo Pulici si sofferma sulla sua ‘maglia’ granata: «Il Toro è stato la mia vita». Paolo Casarin ricorda il suo rapporto speciale con Diego Armando Maradona.
Una carrellata di campioni che oggi non ci sono più. “C’era una volta il calcio”, scomparso tra ricordi ormai sbiaditi, di un tempo che non tornerà. Un tempo che resta scritto nei cuori di molti e tra le pagine di questo libro che vale la pena leggere.
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