di Francesco Tunda
Mentre Sunto, la grande campana che dalla Torre del Mangia domina la città, suona per ricordare gli Ottanta anni della Liberazione della città, Siena scruta il cielo per sapere se stasera il Palio sarà corso o se dovrà ancora essere rinviato. “Le nuvole vanno, vengono, e quando si fermano, sono nere come il corvo. Sembra che ti guardano con malocchio”: così canta De André e gli occhi dei senesi sono rivolti al cielo proprio per scacciarlo.
Le previsioni non promettono niente di buono ma alcuni, ricorrendo ad antiche storie e leggende, credono che la Madonna di Provenzano stenderà il suo velo sulla piazza così da far correre questo palio. Creduloni. Intanto qualche certezza contradaioli e turisti l’hanno: non si ripeterà il corteo storico e ci sarà solo la sbandierata davanti al Palazzo Pubblico; si anticiperà di circa mezz’ora l’uscita dei cavalli dall’Entrone del Palazzo pubblico e al canape varrà la stessa posizione di ieri sera.
Bartolo Ambrosione, il mossiere, se la dovrà dunque vedere con le contrade rivali che corrono questo palio l’una a fianco all’altra: Montone e Nicchio (seconda e terza posizione); Civetta e Leocorno (quinta e sesta posizione). Tiro mancino della sfortuna. Già ieri sera c’erano stati movimenti nei pochi tentativi di partire prima che la pioggia riportasse cavalli e fantini verso il sicuro approdo di Palazzo. Se si correrà, avremo quindi gli accoppiamenti tra cavallo e fantino che erano già presenti ieri sera.
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