Il Premio Sergio Amidei è stato l’occasione per celebrare uno dei più grandi registi italiani: Giuseppe Tornatore. Il maestro del cinema ha incontrato studenti e pubblico, raccontando la sua carriera passo passo e presentando il suo ultimo documentario dedicato ad Ennio Morricone. Tornatore ha dipinto un ritratto intimo e commovente con la sua guida Ennio Morricone, rivelando un legame profondo e una stima reciproca che ha segnato la storia del cinema italiano. L’evento è stato arricchito da proiezioni di film e da incontri con altri autori, tra cui la regista Park Young-ju, vincitrice del Gelso per la miglior sceneggiatura.
Lo stesso Tornatore ha esordito il suo intervento con: “L’amore per il documentario l’ho sempre avuta. In realtà ho cominciato da ragazzino come fotografo ma dal momento che il mio sogno era il cinema, a un certo punto ho cominciato a cercare di fare con la cinepresa che avevo a disposizione, una 8 mm e in seguito una super 8, quello che prima facevo con la macchina fotografica, ovvero andare in giro a rubare immagini della vita che mi circondava. Farlo con una cinepresa cambiava la prospettiva, cambiava tutto e io di quella esperienza lì conservo il senso di grande libertà, per cui associo al documentario il concetto di libertà“.
Nella stessa occasione, il regista siciliano ha anche svelato alcuni dettagli sui suoi prossimi progetti cinematografici, anticipando che, dopo aver appena completato il nuovo documentario, è pronto a immergersi in un lungometraggio che lo porterà a esplorare nuovi territori narrativi. Il regista, che ha sempre dimostrato una grande versatilità, promette di sorprendere ancora una volta il pubblico.
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