di Alessia de Antoniis
É stato presentato oggi il programma della ventunesima edizione delle Giornate degli Autori che si svolgerà nell’ambito dell’81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2024.
.Giornate degli Autori 2024, XXI edizione – Il Festival in numeri – 10 film in concorso, 1 film di chiusura fuori concorso, 5 eventi speciali e 3 cortometraggi – due per il progetto Women’s Tales e uno in omaggio alla vincitrice delle Giornate nel 2022 -, tutti in anteprima mondiale.
5 opere prime in concorso. 13 lavori firmati da registe: 5 in concorso e 8 negli eventi fuori concorso; altre 5 registe partecipano alle Notti Veneziane, dove tutti i film sono presentati in prima mondiale. 27 le nazionalità rappresentate e per la prima volta figura la Repubblica Dominicana. 9 Notti Veneziane, un ricordo di Emidio Greco e un altro dedicato alla Napoli di Gaetano Di Vaio ed Enzo Moscato. 1.260 i film visionati. Il viaggio proposto dal concorso delle Giornate porterà gli spettatori a volare sopra terre e realtà di tutto il mondo, senza trascurare un’Europa mai come quest’anno aperta agli scambi culturali grazie alla forza delle coproduzioni. È proprio a questo sguardo dall’alto, sospeso sul filo sottile dell’utopia e della speranza, che si ispira l’immagine dell’anno firmata da Francesca Gastone.
Unico titolo italiano in concorso, Taxi Monamour, quarto lungometraggio di Ciro De Caro, film libero e rigoroso che racconta la storia di due donne (Rosa Palasciano e Yeva Sai), ostinate nel voler vivere le proprie scelte in piena autonomia.
Come sempre le autentiche star delle Giornate degli Autori sono le autrici e gli autori che ci hanno regalato emozioni, visioni, scoperte. Non mancano protagonisti amati dalla grande comunità dei cinefili come i Fratelli Quay che ritornano al lungometraggio dopo vent’anni; come la musicista canadese Peaches raccontata intimamente da Marie Losier in un film che farà… letteralmente “rumore”; come Chiara Francini produttrice e protagonista di Coppia aperta quasi spalancata dal testo di Franca Rame, qui diretta da Federica Di Giacomo (già vincitrice alla sezione “Orizzonti”); come l’argentina Laura Citarella, scelta insieme a Miu Miu per il progetto Women’s Tales o Antonietta De Lillo, autrice e protagonista dell’ironico ritratto autobiografico L’occhio della gallina.
“L’ingresso delle Giornate degli Autori nel loro terzo decennio”, dice il presidente Francesco Ranieri Martinotti “inorgoglisce tutti coloro che hanno contribuito alla loro fondazione e spinge anche a riflettere su quali siano stati in questi anni i punti di forza e le eventuali debolezze per capire come avviare un rinnovamento, mantenendo la coerenza con il passato. Una tale riflessione è il fulcro del mandato di presidenza che ho ricevuto dalle due associazioni promotrici, 100autori e ANAC. Un mandato che richiede una rinnovata responsabilità verso il cinema d’autore, per tutelarne l’indipendenza contro ogni tipo di censura e ogni altra forma di condizionamento. Le Giornate degli Autori sono nate nel 2004 per dare voce ai nuovi talenti e accompagnare la ricerca degli autori già affermati, offrire una vetrina idealmente diversa sulla scena di uno dei più grandi festival del mondo. È su questa scommessa che abbiamo costruito la nostra identità che intendiamo rilanciare in uno scenario cinematografico più complesso e fragile delle origini. L’indispensabile sostegno del Ministero della Cultura e della SIAE, nostri partner fin dalla prima edizione, mi appare la conferma di un percorso coerente e vitale che con lealtà la Biennale ha sempre condiviso, attribuendo alla nostra autonomia un valore aggiunto per tutta la Mostra. Il mio grazie va oggi a Gaia Furrer, a Giorgio Gosetti, al vice-presidente Giacomo Durzi, ai consiglieri e ai soci delle Giornate, al magnifico gruppo che ogni anno ne costruisce il progetto; mentre un ricordo intenso è per Andrea Purgatori: straordinario presidente, complice, amico”.
“Una selezione rigorosa, asciutta e stilisticamente eclettica”, anticipa la direttrice artistica Gaia Furrer, “che mette al centro storie di persone, di relazioni, di incontri e di abbandoni. Che racconta di luoghi e di spazi che con la loro maestosità – dalle Alpi svizzere alle steppe mongole, dalle dune di sabbia colombiane alle isole tropicali – talvolta sovrastano gli affari degli umani. Racconti e testimonianze di un mondo in fiamme, dalla Russia o la Georgia alla Repubblica Dominicana e Haiti, e ancora dal Sudan all’Ucraina, al campo di profughi palestinesi a Beirut. Lotte contro l’autorità senza rinunciare alle leggerezze di individui che continuano ad amare, litigare, a mettersi insieme e a separarsi. Trovo importante sottolineare la presenza record di registe, sedici in tutto su un totale di venticinque titoli; oltre alle registe del progetto Miu Miu Women’s Tales. Soprattutto perché molte di loro hanno realizzato opere difficili in situazioni spesso non favorevoli, dove le barriere di genere sono tuttora molto solide”.
E a proposito della selezione ufficiale, Gaia Furrer spiega: “L’attenzione alle vite di persone che avanzano su un ipotetico filo sottile e fragile che attraversa il tumulto del mondo. L’ostinata tenacia dell’esistenza quotidiana mentre tutto intorno implode. Il coraggio di non rinunciare alla propria vita così come la si vuole condurre. La leggerezza calviniana come risposta al dramma di un mondo in fiamme. Sono questi i temi che più di altri attraversano la selezione della ventunesima edizione delle Giornate degli Autori e che l’immagine di quest’anno restituisce con forza evocativa. Le protagoniste e i protagonisti dei nostri film sono spesso creature in bilico che camminano su un filo, talvolta per raggiungere la parte opposta o per lasciarsi alle spalle qualcosa, o perché dall’alto – fuori dal tempo e dallo spazio – le cose assumono prospettive differenti.
Il nostro film fuori concorso della giornata di apertura è Coppia aperta quasi spalancata diretto da Federica Di Giacomo, interpretato e prodotto da Chiara Francini, ispirato all’omonimo testo teatrale di Franca Rame e Dario Fo che Francini ha portato in scena per anni. Documentario libero nella forma e nel contenuto, il film si interroga con ironia e intelligenza su cosa sia la coppia oggi, sulla monogamia e il poliamore e su come e perché si possano o debbano mettere in discussione i modelli di vita imperanti.
Tornano anche le Notti Veneziane, la finestra annuale delle Giornate degli Autori realizzata in accordo con Isola Edipo e dedicata al cinema italiano. Al centro della selezione di quest’anno c’è la volontà di mostrare la poliedricità del cinema, con uno sguardo a trecentosessanta gradi. Un linguaggio espressivo che, a seconda dei contesti, si fa spazio narrativo, strumento d’indagine della realtà, mezzo per ricostruire frammenti di vita, filo rosso per ricompattare ritratti di storie, non solo del Paese Italia. Sei documentari e tre film di finzione tratteggiano il profilo composito ed eclettico di un presente all’interno del quale sono i luoghi a fare da detonatori dei racconti.
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