Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale presenta venerdì 9 agosto, in anteprima mondiale al Locarno Film Festival, la versione restaurata di Le ore dell’amore di Luciano Salce, del 1963, selezionato nella sezione del Festival dedicata alla storia del cinema. La proiezione sarà presentata dal figlio del regista, Emanuele Salce, da Stefano Libassi, figlio del produttore Renato, e da Steve Della Casa, Conservatore del CSC – Cineteca Nazionale.
Il film ritrae una coppia, interpretata da Ugo Tognazzi ed Emmanuelle Riva, felicemente innamorata da tre anni, che decide di sposarsi; questo peggiora il loro rapporto, fino a farli decidere di salvarlo ponendo fine alla convivenza. Il critico Paolo Mereghetti lo definì come forse il miglior film di Salce: “un acidulo spaccato di vita borghese nell’Italia del boom economico”. Come scrive Lidia Ravera, il film “racconta la fine della rigida morale cattolica e borghese che non ammette il sesso prima del matrimonio. A livello di massa non è ancora passata la nuova regola.” Alla sua uscita, infatti, esso venne vietato ai minori di 18 anni per la presenza di dialoghi e scene esplicite; nonostante i tagli successivi, venne confermato il divieto ai minori di 14.
I negativi del film sono andati perduti, e i materiali d’epoca sopravvissuti sono tutti in condizioni non ottimali.
Il restauro del film è accompagnato da un dossier curato dal critico e regista Mario Sesti, disponibile per il download sul sito del CSC – Cineteca Nazionale, che contiene interviste ai figli dei protagonisti (Gianmarco Tognazzi, Emanuele Salce, Federico Moccia figlio di Pipolo, co-sceneggiatore del film, Stefano Libassi), oltre a riflessioni e testimonianze di personalità della cultura e spettacolo, tra cui la scrittrice Lidia Ravera e l’attrice Anna Foglietta.
Luciano Salce è scomparso nel 1989 a soli 67 anni. Diplomato in regia all’Accademia nazionale d’arte drammatica, lavorò molto in teatro, radio e televisione, anche come attore, per poi passare soprattutto al cinema dagli anni 60. Per nominare solo alcuni, lavorò con Vittorio Gassman, Franca Valeri, Monica Vitti, Catherine Spaak, Alberto Sordi e Paolo Villaggio, col quale girò i primi film su Fantozzi.
La sua particolare fisionomia era frutto dell’asportazione dell’oro dalla protesi alla mascella, impiantata a seguito di un incidente stradale subito da ragazzo, subìta durante la prigionia da parte dei tedeschi nel corso dell’ultima guerra.
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