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Scouting America: un rinnovamento storico per l’inclusione e la continuità

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In un’America agitata e scossa dalle proteste nei campus e dal processo a Trump, con l’avvicinarsi della campagna elettorale e mentre il mondo chiama a gran voce  la pace e la fine dei conflitti, ritenendo gli Stati Uniti d’America fondamentali nella mediazione e nell’azione, con il suo peso militare e geopolitico, avviene un cambiamento che potrebbe non significare nulla per molti ma è invece il segno di qualcosa di profondo e che mette in evidenza che le opinioni, i movimenti, i cambiamenti quando partono e avanzano, travolgono e modificano  tutto, anche cose date per scontate e parte integrante di tradizioni, come in questo caso, centenarie.  Dopo 114 anni, i Boy Scouts of America hanno annunciato che cambieranno nome e diventeranno Scouting America, nel tentativo di enfatizzare l’inclusione e di superare le turbolenze della bancarotta e le numerose denunce per abusi sessuali di questi ultimi anni.

Il rebrand è un altro cambiamento sismico per un’organizzazione ricca di tradizione che fino a poco tempo fa non permetteva a giovani o ragazze gay di entrare nei suoi ranghi. Cercando di risollevare il numero di membri in calo, l’organizzazione con sede a Irving, in Texas, ha annunciato il cambio di nome in occasione della sua riunione annuale in Florida.

“Nei prossimi 100 anni vogliamo che tutti i giovani d’America si sentano i benvenuti nei nostri programmi”, ha dichiarato Roger Krone, che lo scorso autunno ha assunto la carica di presidente e amministratore delegato, in un’intervista rilasciata all’Associated Press prima dell’annuncio. Il nuovo nome entrerà ufficialmente in vigore l’8 febbraio 2025, in concomitanza con il 115° compleanno dell’organizzazione.

 I Boy Scouts of America hanno perso membri durante la pandemia, come molte altre organizzazioni, quando la partecipazione era difficile o pressoché impossibile. Dopo un picco nell’ultimo decennio di oltre 2 milioni di membri nel 2018, attualmente conta poco più di 1 milione di giovani, tra cui più di 176.000 ragazze. I numeri più alti registrati risalgono al 1972 quando si era arrivati a quasi 5 milioni di iscritti.

L’organizzazione ha iniziato ad ammettere i giovani gay nel 2013 e nel 2015 ha posto fine al divieto generalizzato per i leader adulti gay. Nel 2017 ha fatto lo storico annuncio che le ragazze sarebbero state accettate come Cub Scout, a partire dal 2018 e nel programma di punta dei Boy Scouts – rinominato Scouts BSA – nel 2019. Oltre 6.000 ragazze hanno raggiunto il famoso grado di Eagle Scout. Le Girl Scouts of the USA, un’organizzazione separata, negli ultimi anni si sono scontrate con i Boy Scouts, proprio per il loro reclutamento di ragazze.  La mossa di accettare le ragazze in tutti i ranghi dei Boy Scouts ha messo a dura prova il legame con le Girl Scout degli Stati Uniti, che hanno fatto causa, per poi raggiungere un accordo dopo che un giudice ha respinto queste richieste, affermando che entrambi i gruppi sono liberi di usare parole come “scout” e “scouting”.

In passato, le pressioni per consentire l’ingresso delle ragazze nei Boy Scouts erano state esercitate anche dalla National Organization for Women, che ha applaudito all’annuncio di cambio di nome. Prima che nel 2017 venisse annunciato che le ragazze sarebbero state ammesse nei ranghi, i Boy Scouts avevano, anche permesso ai ragazzi transgender di iscriversi ai loro programmi per soli uomini. La settima scorsa l’organizzazione ha dichiarato che tutti i giovani, compresi i transgender, saranno i benvenuti, senza preclusioni.

C’è stata un’ondata di reazioni al cambiamento, sui social molte le critiche da parte dei conservatori, per aver cancellato la parola “boy”, come ad esempio ha fatto il senatore del Texas repubblicano Ted Cruz. Molte delle critiche online hanno invocato la parola “woke”, tra cui quella del rappresentante Andrew Clyde, repubblicano della Georgia, che ha dichiarato su X: “La wokeness distrugge tutto ciò che tocca”. 

Tra coloro che hanno accolto con favore l’innovazione, il professore emerito presso la Haas Business School dell’Università della California-Berkeley, nonché vicepresidente della società di branding e marketing Prophet, David Aaker ha dichiarato:” “È un’occasione unica per raccontare una nuova storia”. “Il rebranding può rischiare di alienare i sostenitori che pensano che il cambiamento sia inutile, è invece un’operazione intelligente, che apre nuove strade pur non allontanandosi dalla missione originaria.” Bear Atwood, vicepresidente di NOW, ha dichiarato:” il cambio di nome segnala che non solo le ragazze possono aderire, ma che sono le benvenute”.

Tra le generazioni di scout ci sono stati presidenti (tra cui Bill Clinton e Gerald Ford), astronauti (Buzz Aldrin) e celebrità (l’attore Harrison Ford, il regista Steven Spielberg). L’attuale Presidente della neonata Scouting America, Krone ha dichiarato: “La nostra missione rimane invariata: siamo impegnati a insegnare ai giovani a prepararsi alla vita”.

Nuovo nome e nuova vita, con un passato recente complicato, con circa 275 cause in corso e sembra altre 1400 richieste di risarcimento, un piano di bancarotta di 2,4 miliardi di dollari per continuare a operare e pagare per le denunce ricevute per abusi sessuali e molestie.

“Il segreto di un’educazione efficace è convincere ogni allievo ad imparare da sé, invece di istruirlo cercando di infilargli dentro solo delle conoscenze stereotipate”.

Robert Baden Powell ( fondatore Mondiale dello scoutismo)

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