Il prossimo anno sull’isola d’Elba verrà attivato il primo dissalatore d’acqua marina, fondamentale per rispondere all’aumento della domanda di acqua potabile, incrementata dal flusso turistico. In parallelo, è in corso un progetto artistico e scientifico condotto dall’artista Roberto Ghezzi in collaborazione con il CNR di Pisa per monitorare le acque dell’Elba. Tele di cotone vengono immerse in diverse zone costiere, come il laghetto delle Conche di Rio Marina, il porticciolo di Mola e le terme di San Giovanni, dove raccolgono tracce di molluschi, microorganismi e metalli disciolti. Questi sedimenti, una volta raccolti, saranno poi essiccati, analizzati ed esposti in mostre.
L’artista spiega che le tele sono immerse a circa un metro di profondità per rilevare dati chimici e creare opere d’arte. Al momento, le tele galleggiano nelle acque dell’Arcipelago Toscano e l’intenzione del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano e di Visit Elba è quella di allestire una mostra itinerante in tutta Italia. Un’ iniziativa ,questa, che mira a sensibilizzare il pubblico sulla sostenibilità ambientale, sulla salvaguardia degli ecosistemi naturali e antropici, e sui cambiamenti che avvengono nei fondali marini.
Il progetto di Ghezzi, chiamato Naturografie, crea un legame profondo tra arte, uomo e ambiente, mostrando come la natura influenzi la vita umana, lasciando tracce di sé su queste tele, che diventano veri habitat marini. Le tele, disposte in varie zone iconiche dell’isola, come il laghetto delle Conche, continuano a raccogliere sedimenti e testimoniare i cambiamenti naturali.
In particolare, il lago delle Conche, noto per le sue acque rosse, ha mostrato un significativo prosciugamento durante il progetto. La tela immersa ha tracciato i cambiamenti dell’acqua, creando cerchi concentrici simili a quelli visibili nei tronchi degli alberi.
Roberto Ghezzi ha all’attivo numerose residenze artistiche in varie parti del mondo, tra cui Alaska, Islanda, Sudafrica e Groenlandia, collaborando con istituti di ricerca come il CNR e vincendo vari premi artistici. In collaborazione con l’artista, Andrea Dini, un geologo del CNR, ha analizzato chimicamente le tele, riscontrando tracce di rame, zinco e cobalto, elementi strategici per la transizione verde. Anche in ambienti difficili come il laghetto delle Conche, che si è formato su vecchie miniere, le tele hanno rivelato la presenza di vita e hanno permesso di monitorare processi di ossidazione e la biodiversità dell’area.
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