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L’eccezionale unicum della “Woodstock dell’inclusione”

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Invitiamo tutti a dare il proprio contributo, tentiamo di unire le forze, ci appelliamo non solo alle associazioni ma anche ad altri artisti per fare una vera Woodstock dell’inclusione. Siamo un rompighiaccio e stiamo sollevando un tema ignorato per anni”. Queste le parole di Elio durante l’annuncio dell’evento, una due-giorni che spera possa diventare una vera e propria Woodstock dell’inclusione. 

Dalle 17 di sabato 25 maggio, all’Arengario, si svolgerà MonzAut, organizzato in collaborazione con il Comune di Monza e PizzAut, la prima pizzeria gestita da ragazzi autistici. Domenica, invece, seguirà l’appuntamento centrale, ovvero il grande Concertozzo di due ore allo U-Power Stadium, messo in piedi da Elio e le storie tese con il Trio Medusa, anche grazie all’aiuto fornito dell’AC Monza. Fin dal primo pomeriggio la musica farà da protagonista, attraverso cinque ore di band emergenti: dal duo di performer e cantautori virali Auroro Borealo e Martelli al cantautore e doppiatore comico-nonsense Fabio Celenza; dai vicentini electro-funk I Sordi al polistrumentista Carlo Poddighe, con il suo progetto SuperEgo; dalla band rock al femminile Viadellironia al cantautore inventore del Creepy Rock PEPP1; ma ancora gli eredi illegittimi di Elio e le Storie Tese, The pax side of the moon, la cantautrice e attrice Chiara l’Altra, il cantautore e polistrumentista Elton Novara e la cantante e compositrice Caterina Comeglio.

Ma la vera, grande novità si nasconde nel servizio food, completamente affidato alle associazioni di tutta Italia che impiegano personale autistico, in modo da rendere più concreti e tangibili i concett di aiuto ed inclusione. Dai tortellini, alla sbrisolona, fino alla pizza di PizzAut e del suo fondatore, Nico Acampora. “La scelta di Elio è stata di avere associazioni che impiegano ragazzi autistici e porteranno le loro specialità”, aggiunge l’uomo, per proseguire “accanto a questo ci sarà un momento di riflessione in cui parleremo anche dei problemi che ci sono oggi, come gli insegnanti di sostegno che mancano e le terapie che arrivano anni dopo le diagnosi facendo perdere tempo prezioso”. 

Non solo divertimento, dunque, ma anche occasione di confronto e  pratiche considerazioni. Si tratta di una sentita operazione politica, sociale e culturale. Di una vera e nuova forma di inclusione. Come rimarca Elio, l’evento descritto ha tutte le carte in regola per diventare “una grande festa in questo bello stadio, allegra e senza risse, con cibo e bibite gestiti da associazioni che impiegano persone autistiche e penso sia la prima volta al mondo che succede. Non si sa più bene cosa voglia dire inclusione, ma se guardi Pizzaut vedi che vuol dire normalità, persone che interagiscono con altre persone senza chiedersi ‘questo è autistico o no? Questo è l’obiettivo di ciò che fa Nico”, un lavoro quotidiano ed una vittoria a cui tutti sono invitati. 

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