Ambasciatrice della bellezza italiana nel mondo nonché una delle dive più amate della storia del cinema internazionale: Sophia Loren oggi compie 90 anni.
Lei che, dopo aver passato ben settant’anni sul set, è l’attrice italiana più premiata al mondo, con tanto di stella sulla Walk of Fame.
All’anagrafe Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, Sophia Loren fu notata giovanissima a un concorso di bellezza da Carlo Ponti, il quale diventerà poi suo marito – per procura – in Messico nel 1957; un’uniona nata tra mille polemiche in Italia, visto che il produttore era già sposato e il divorzio non era ancora consentito. Fù lo stesso Ponti ad offrirle il primo contratto, consigliandole di usare un nome d’arte (Sofia Lazzaro prima e Sophia Loren poi).
E’ con questo secondo pseudonimo che girò le prime pellicole di successo a fianco di Alberto Sordi, interpretando “Cleopatra” e quello di una sua sosia in “Due notti con Cleopatra” di Mario Mattoli nel 1953.
L’anno successivo avvenne l’incontro decisivo della sua carriera con Vittorio De Sica. Il grande regista e attore la diresse nel film a episodi “L’oro di Napoli”, in cui recitò al fianco dello stesso De Sica, insieme a Totò, Silvana Mangano ed Eduardo De Filippo, seguito da “Miseria e nobiltà” di Mario Mattoli, adattamento dell’opera di Vincenzo Scarpetta, di nuovo al fianco di Totò.
Proprio riguardo al suo rapporto con De Sica, la Loren ha raccontato in un’intervista a Repubblica: “Devo ringraziare mio marito e De Sica. Ho cominciato dal niente. Mia madre era una povera signora, morivamo di fame e siamo andate a Roma. Senza persone che credono in te non vai da nessuna parte. Incontrai Carlo Ponti, il mio futuro marito, e mi fece conoscere Vittorio De Sica. Lo porto nel cuore – ha detto l’attrice – doveva fare “L’oro di Napoli”, stavamo nell’ufficio di De Laurentiis, non osavo dire una battuta. Capii che gli ero piaciuta dal modo in cui mi parlava: ‘Siccome parto per Napoli ti faccio un provino subito, se va bene puoi fare la pizzaiola’. Mi misi a piangere. ‘Domani vieni sul set’. Così fu. De Sica era adorabile, un uomo di cuore. Unico. Ha creduto in me”.
Con De Sica girò in totale otto film, spesso in coppia con Mastroianni, costituendo uno dei sodalizi più celebri e duraturi della storia del cinema. Di Totò, invece, ha raccontato così, nell’autobiografia Sophia Loren. Ieri, oggi, domani. La mia vita, il primo incontro: “Titubante, mi ero avvicinata per presentarmi: ‘Scicolone Sofia, molto onorata’. Lui era stato dolce, mi aveva sorriso e mi aveva offerto un pò del suo tempo prezioso. ‘Che ci fa qui una guaglioncella come te? Da dove vieni?’. ‘Sono di Pozzuoli, sono qui per fare il cinema’. ‘Ah… il cinema’ aveva sospirato, dedicandomi una delle sue celebri facce. Per un istante la sua ironica, irresistibile malinconia fu tutta per me”.
“La bevvi, come un bicchiere d’acqua fresca, e mi sentii più forte. Se Totò mi stava regalando un pizzico della sua attenzione, significava che tutto era possibile. Che tutto il meglio era già qui. Ma il Principe non si era limitato alle parole – aggiunge Sophia nel libro – alla fine, intuendo ciò che avevo tentato di nascondere, mi aveva messo in mano centomila lire. Credo mi avesse letto negli occhi la fame: di cibo, di lavoro, o forse più semplicemente di cinema. Io e mammina ci mangiammo a lungo, come se avessimo vinto al lotto”, ha continuato.
La prima interpretazione iconica fu in “Pane, amore e…”del 1955, di nuovo in coppia con De Sica, stavolta nei panni di solo attore. Questo film cult, firmato da Dino Risi, fù il quarto maggiore incasso della stagione 1955/’56, dove la Loren interpretò una pescivendola che tenta di sedurre il maresciallo Carotenuto (De Sica) affinchè la facesse restare nella sua casa in affitto. Una pellicola che è radicata nella memoria collettiva – e nella storia del cinema – grazie alla magnifica scena del mambo ballato dai due protagonisti.
Gli anni ’60 rappresentarono la consacrazione mondiale a diva del cinema. A Hollywood in realtà ci era già arrivata nella seconda metà degli anni ’50 recitando in coppia con Cary Grant, John Wayne e Anthony Quinn.
Per “Orchidea nera”, film del 1958 con Grant, vinse il suo primo David di Donatello e la Coppa Volpi a Venezia.
A soli 26 anni Sophia Loren era già l’icona del cinema italiano nel mondo, ma è proprio nel 1960 che arrivò il ruolo della sua vita: diretta ancora una volta da Vittorio De Sica, vestì i panni di Cesira in “La ciociara” dell’omonimo romanzo di Moravia. Un’interpretazione magistrale che le valse, nel 1962, l’Oscar per la migliore attrice, il primo assegnato a un’interprete di un film non in lingua inglese.
Per quell’interpretazione la Loren vinse anche il premio come miglior attrice al Festival di Cannes, ai Bafta, ai David di Donatello e il Nastro d’argento. Un successo enorme che le valse la copertina del numero di aprile dello stesso anno sul prestigioso “Time”. I successi con De Sica e il sodalizio con Mastroianni si ripeterono nel 1963 e nel 1964, quando ormai era una star internazionale, con “Ieri, oggi, domani” e “Matrimonio all’italiana”, che le procurarono una seconda nomination agli Oscar del 1965.
Entrambi con lo zampino di Eduardo, la Loren interpretò “Adelina”, il primo episodio del film del 1963 scritto dal grande drammaturgo partenopeo, e “Matrimonio all’italiana”, trasposizione cinematografica di “Filumena Marturano”.
L’ultimo film del trio Loren-Mastroianni-De Sica fù “I girasoli” del 1969, mentre è del 1974 l’interpretazione di Adriana de Mauro nel drammatico “Il viaggio”, l’ultima pellicola di Vittorio De Sica.
Con Mastroianni tornò a lavorare nel capolavoro “Una giornata particolare” di Ettore Scola del 1977, che vinse il Golden Globe come miglior film straniero e per lei fu il sesto David di Donatello, il secondo Nastro d’argento e il primo Globo d’oro.
Nel 1982, a seguito di vecchi problemi col fisco italiano, la Loren venne arrestata con l’accusa di frode fiscale. L’attrice restò in cella per 17 giorni e, solo nel 2013, la Corte di Cassazione ha escluso una sua responsabilità, attribuendola invece al commercialista.
Nel 1991 arrivò l’Oscar alla carriera e tre anni dopo Robert Altman la volle per il suo film “Pret à porter” dove, 30 anni dopo, in coppia ancora con Mastroianni, rimise in scena il celebre spogliarello di “Ieri, oggi, domani”.
Fù proprio lei a consegnare, nel 1999, l’Oscar al miglior film straniero a Roberto Benigni, in gara con ”La Vita è bella”.
Nel nuovo millennio l’attrice ha girato “Cuori estranei”, diretta dal figlio Edoardo Ponti e due anni dopo “Peperoni ripieni e pesci in faccia” di Lina Wertmuller.
Nel 2001, l’attrice, romana di nascita ma campana d’adozione (più volte ha ripetuto con vanto: “Io non sono italiana, sono napoletana”), tornò in tv con le fiction televisive “Francesca e Nunziata”, sempre di Lina Wertmuller, con Claudia Gerini e Raoul Bova e “La terra del ritorno” (2004), con Sabrina Ferilli.
Nel 2009, dopo diversi anni di assenza dai set, fu chiamata da Rob Marshall per interpretare la madre del protagonista in “Nine”, il remake musicale di “8 1/2” di Federico Fellini.
Nel 2011, a quasi 80 anni, ha debuttato nel doppiaggio e, per la prima volta nella sua carriera, prestò la voce a Mamma Topolino nel film d’animazione Disney-Pixar “Cars 2”.
La sua ultima interpretazione risale al 2020 quando è stat la protagonista de “La vita davanti a sé”, diretta dal figlio Edoardo Ponti, che le è valso l’ennesimo David di Donatello della sua carriera.
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