Marco Bellocchio si cimenta nella realizzazione di una serie televisiva ,“Portobello”, volta a narrare la disavventura giudiziaria che investì Enzo Tortora, conduttore televisivo di fama negli anni ’70 e ’80. L’opera, articolata in sei episodi, è frutto della collaborazione tra Our Films, Kavac Film e ARTE France, e sarà fruibile sia nelle sale cinematografiche che sul piccolo schermo. L’attore Fabrizio Gifuni vestirà i panni di Tortora.
La vicenda del conduttore si configura come il paradigma dell’errore giudiziario. Nel 1983, fu oggetto di un’accusa infamante: l’appartenenza a un sodalizio camorristico e il coinvolgimento in attività di narcotraffico, sulla base di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. Evento, questo, che si tramutò in uno dei più macroscopici abbagli della giustizia italiana. Tortora venne arresrato, subì processo e condanna, per poi ottenere, solo dopo una estenuante battaglia legale, la piena assoluzione nel 1987.
L’impatto di questa vicenda sulla salute psicofisica e sulla carriera di Tortora fu devastante. Il conduttore-vittima si trovò catapultato in un vortice non solo giudiziario ma anche mediatico che ne minò irrimediabilmente l’esistenza con l’incarcerazione, avvenuta con modalità spettacolarizzanti, e che divenne rappresentativa di un sistema giudiziario fallace e di una stampa talvolta prona solo al sensazionalismo.
La sua immagine pubblica, costruita in anni di onorata carriera televisiva, fu demolita in un battito di ciglia, lasciandolo in balia di un pubblico ludibrio immotivato. Bellocchio, optando per il formato a puntate anziché per il lungometraggio, intende scrutare la complessità di tale vicenda.
La serie non si limiterà a una mera cronaca degli eventi giudiziari, ma suggerisce una modalità a scandaglio negli abissi della sofferenza personale di Tortora e di analizzare l’impatto che il caso ebbe sul tessuto sociale italiano. Il regista ha reso ben nota la sua intenzione di non santificare la figura di Tortora, bensì di esplorarne le sfaccettature caratteriali, evidenziando sia la sua tempra di lottatore sia le vulnerabilità emerse durante la sua odissea giudiziaria.
Le riprese della serie hanno preso avvio nella capitale e si dirameranno successivamente in altre località della penisola, tra cui la Sardegna, la Campania e la Lombardia. La sceneggiatura è frutto del lavoro sinergico di Bellocchio con Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore.
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