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Il Dig Festival 2024 celebra il giornalismo investigativo e la ricerca della verità

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“Stay Gold”, così salutava a fine edizione Matteo Scanni, tra gli ideatori del Dig Festival di giornalismo indipendente e investigativo. L’oro rimane indenne agli attacchi esterni, puro. Questo saluto ha riecheggiato anche quest’anno durante la decima edizione di Dig, che ha riunito a Modena giornalisti da tutto il mondo.

Quattro giorni di panel sui temi più caldi del giornalismo, incontri formali e informali, visioni di reportage, inchieste e ascolto di podcast realizzati sia da freelance che da grandi broadcaster internazionali come The Guardian, BBC, Al Jazeera, e Le Monde.

Tutti gli appuntamenti del festival hanno condiviso un obiettivo comune: spostare i confini del conoscibile, dei poteri e dei conflitti, con una passione per raccontare il mondo senza filtri. Diverse le realtà mediatiche indipendenti presenti, come Novara.it, Popularfront e +972 magazine, impegnate a raccontare in profondità realtà nascoste o dimenticate. Questa linea è stata tracciata dal direttivo del festival, composto da Alberto Nerazzini, Valerio Bassan, Davide Fonda, Philip Di Salvo e Francesca Coin.

I reportage e le inchieste selezionati per il concorso sono un esempio di giornalismo che affronta le difficoltà del tempo presente senza lasciar disperdere ciò che accade. Durante la serata finale di sabato, condotta da Valerio Bassan e Silvia Boccardi, sono stati premiati i lavori scelti dopo dibattiti accesi da una giuria internazionale presieduta da Paul Radu, Head of Innovation presso l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP).

Nella categoria Investigative Long (documentari d’inchiesta di almeno 40 minuti), ha vinto “Syria: Addicted to Captagon” di Emir Nader per BBC Eye Investigations, che indaga il traffico del captagon, la “droga del Jihad”, e il coinvolgimento della famiglia presidenziale siriana. Nella categoria Reportage Long, ha trionfato “Lebanon: The Heist of the Century”, una produzione indipendente distribuita da ARTE, che racconta la crisi economica libanese causata dall’élite politica corrotta.

Nella categoria Investigative Medium, ha vinto “With Every Breath” di Liz Moughon per ProPublica e Pittsburgh Post-Gazette, che denuncia i danni causati da un macchinario respiratorio difettoso. Il premio Reportage Medium è andato a “Gaza 101: Emergency Rescue”, diretto da Mohamed Ibrahim per BBC News Arabic, che mostra il coraggio dei paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese durante i conflitti a Gaza.

La categoria Short è stata vinta da “Gioventù Meloniana” di Luigi Scarano, Selena Frasson e Cristiana Mastronicola per Fanpage.it, che ha documentato, con un coraggioso lavoro sotto copertura, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Per la categoria Audio e Podcast, ha trionfato “Bloodlines” di Poonam Taneja per BBC Asian Network, che racconta storie di bambini portati nei campi di addestramento dello Stato Islamico. Infine, il premio DIG Pitch è andato al progetto “The Diplomat”.

Il Dig Watchdog Award 2024 è stato conferito ai giornalisti palestinesi, con un intervento virtuale da Gaza di Hekmat Youssef, che ha dichiarato: «Il giornalismo è il polso della società, la voce degli oppressi e uno specchio della realtà con tutte le sue contraddizioni e speranze».

In un periodo storico così delicato, cercare la verità e testimoniare con fonti affidabili diventa un lavoro indispensabile per la difesa della democrazia. Durante il festival è emerso un clima di reale scambio di esperienze, riconoscendo che solo la collaborazione può aprire nuove finestre su mondi che, senza vigilanza, divorano pezzi di democrazia e diritti.

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