Si è chiusa ieri sera la 47ª edizione del Premio Tenco, una delle rassegne musicali più prestigiose d’Italia, nata nel 1974 per omaggiare la canzone d’autore e i valori di impegno sociale che Luigi Tenco ha rappresentato. Anche quest’anno, l’evento ha saputo celebrare non solo l’eredità artistica di Tenco, ma anche i valori di libertà, diritti umani e giustizia sociale, tematiche centrali della manifestazione. L’impegno del Club Tenco nel mantenere vivo lo spirito originale del premio, pur evolvendosi, conferma la sua rilevanza culturale e la capacità di unire generazioni diverse sotto il segno della musica d’autore.
Il gran finale di quest’anno, in occasione anche del cinquantesimo compleanno della rassegna, ha offerto una serata ricca di emozioni al Teatro Ariston. Protagonisti indiscussi della chiusura sono stati Samuele Bersani, Simone Cristicchi e Amara che hanno incantato il pubblico nel reinterpretare brani taglienti come “Che sia benedetta” o “Abbi cura di me”, per chiudere con una ancor più eterea versione de “L’ombra della luce” di Franco Battiato. La loro presenza ha riportato la rassegna al suo spirito più puro, regalando momenti di grande bellezza.
Bersani ha poi portato sul portare all’Ariston due colonne della sua penna come “En e Xanax” e “Giudizi universali”, con tanto di spiegazione al pubblico, una sorta di tutorial: “Se cantate ‘vorrei ma non posso’ allora non avete capito niente”.
La seconda serata è stata invece caratterizzata da momenti toccanti e significativi, con l’apertura di Francesco Tricarico e la performance di Mimmo Locasciulli, premiato per la carriera. Locasciulli, accompagnato da un quartetto d’archi, ha riflettuto su temi sociali e umani, ricordando la sua esperienza a Lampedusa e l’importanza di continuare a lottare contro ogni forma di oppressione. Il tema dei diritti umani è stato ulteriormente sottolineato con l’assegnazione del Premio Yorum al rapper iraniano Toomaj Salehi, incarcerato per le sue opinioni critiche contro il regime. Il premio è stato ritirato dall’attivista Parisa Nazzari, mentre il rapper Kento ha letto un commovente messaggio di Salehi.
Tra gli altri momenti rilevanti, l’omaggio di Filippo Graziani a suo padre Ivan e il tributo a Caterina Caselli, premiata per il suo contributo alla musica. La serata ha visto anche il messaggio di pace di Jurij Ševčuk con i suoi DDT, e il giovane flusso creativo della genovese Irene Buselli, a testimonianza di come il Premio Tenco continui a scoprire e valorizzare nuovi volti della musica d’autore.
Tuttavia, sullo sfondo della manifestazione, non sono mancate le polemiche. Per il decimo anno consecutivo, la famiglia di Luigi Tenco ha espresso dure critiche nei confronti dell’organizzazione del premio, accusando il Club Tenco di tradire i valori originali del cantautore. In particolare, la famiglia ha denunciato presunti favoritismi nell’assegnazione dei premi e un uso commerciale improprio del nome di Tenco, alimentando dubbi sulla trasparenza e sollevando interrogativi sull’influenza di interessi esterni. Queste polemiche, ancora irrisolte, aprono domande sul futuro del Premio e sull’equilibrio tra celebrazione artistica e gestione etica.
Si chiude così il sipario su un’edizione del Premio Tenco che, pur tra luci e ombre, ha offerto un flusso ininterrotto di musica e parole che ha attraversato la città di Sanremo dal Teatro Ariston alla sede del Club Tenco. Una tradizione che lega indissolubilmente la città alla storia della musica d’autore e che, nonostante le difficoltà, sembra destinata a continuare. La musica d’autore passa dal Tenco, e il Tenco ne è la casa.
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