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Cinzia Mescolini racconta “Lule”, il suo esordio letterario

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di Alessia de Antoniis

Peccato però che il tempo era volato via, nello spazio del Metaverso, davvero troppo in fretta. Le stesse parole di uno dei racconti di Lule, racconti lunghi un caffè, appena pubblicato per Affiori – Giulio Perrone Editore, potrebbero esprime il pensiero di un lettore al termine del libro di Cinzia Mescolini.

Una serie di racconti che, con leggerezza, raccontano il viaggio interiore di Lule tra realtà e sogno. Una Lule che si sentiva leggera, sospesa in aria, anzi le sembrava di muoversi su una nuvola morbida.  Una Lule che mescola emozioni intense e momenti di vulnerabilità nel lungo viaggio alla scoperta di sé, ma che quando arrivò il momento, si lasciò guidare dall’istinto.  Una Lule con le sue complessità emotive, in bilico, spesso in conflitto, tra desiderio e distacco, che aveva amato quell’uomo… e ora, con la stessa forza, ne desiderava la distanza.

Racconti, quelli della Mescolini, ricchi di immagini sensoriali e poetiche che rendono l’esperienza di Lule palpabile, e dove, grazie al suo stile evocativo, le emozioni diventano quasi tangibili (In un silenzio ovattato, le sue mani si sciolsero in una danza sconosciuta… modellare un volto nell’aria, che ora le sembrava creta sotto i polpastrelli… Con una musica nella testa e l’aria fresca che le sferzava il viso… Lule si librava ora tra le nuvole)

Il libro d’esordio di Cinzia Mescolini è un’opera intensa che esplora i sentimenti più profondi e universali dell’animo umano attraverso racconti ricchi di introspezione; che conduce il lettore in mondi interiori e profondamente poetici, ricchi di immagini evocative che trasmettono emozioni intense; un viaggio tra realtà e sogno attraverso scenari quasi onirici. Temi come l’amore, la sofferenza, la memoria e l’identità, la perdita e il desiderio di libertà emergono con delicatezza spesso malinconica.

Lule è un un libro che arrivadopo un percorso accademico intenso

Perché ha deciso di dedicarsi alla scrittura solo ora?

Fino a qualche anno fa ho scritto principalmente in ambito accademico. Ho scritto e letto molto, recensito libri, partecipato a progetti di ricerca. Sono stati anni di grande allenamento. Poi sono arrivati gli anni della didattica. Ho continuato a scrivere occasionalmente, ma non con l’intenzione di pubblicare. Negli ultimi anni ho riscoperto il piacere della scrittura e ho deciso di dare più spazio a questa passione.

E come è nato Lule?

Il libro si è formato in modo molto graduale. All’inizio, ho scritto una serie di racconti senza pensarci troppo, come un gioco. Ho iniziato nel 2013 scrivendo la prima sezione di racconti che si ispirano a temi di fantascienza e realismo magico. La seconda sezione, più realistica, è stata scritta più recentemente, nel 2023, quando ho deciso di mettermi seriamente a scrivere. Sono nati così gli altri racconti che hanno portato alla stesura del libro.

Quale piacere ritrova nella scrittura?

Per me la scrittura ha sempre avuto un legame profondo con l’infanzia. Mio padre scriveva per un giornale locale e mi portava con lui in redazione. Da bambina mi piaceva giocare con la parola scritta, cercando errori nei testi degli articoli. È come se la scrittura fosse sempre stata parte di me, un gioco che non ha mai avuto un obiettivo preciso, ma solo un piacere puro. Questo è ciò che ho ritrovato nei racconti di Lule. Non c’erano scadenze, non c’era pressione per fare qualcosa di “utile”. Ho scritto per il piacere di farlo, per il piacere di entrare in contatto con le parole.

Nel suo libro si nota una forte presenza del realismo magico. Perché ha scelto questo approccio?


Il realismo magico è lo strumento migliore per svelare le contraddizioni della realtà. A me interessa scavare nel profondo delle cose, andare oltre l’apparenza. Molti dei racconti di Lule si occupano di temi complessi, e il realismo magico permette di far emergere queste dimensioni nascoste. Per esempio, in alcuni racconti l’elemento fantastico o irrealistico serve a raccontare la difficoltà di comprendere il mondo, la frattura tra ciò che appare e ciò che è. È come usare un linguaggio che sfida la realtà per rivelarne la sua complessità.

In alcuni racconti emergono tematiche forti legate al femminile…

Sì, il femminile è un filo rosso che attraversa il libro, anche se non tutti i racconti trattano esplicitamente di donne o di tematiche femminili. L’idea del femminile per me non riguarda solo la donna, ma anche certi tratti umani che possono appartenere a chiunque, uomo o donna. In alcuni racconti esploro la fragilità, la maternità, il dolore, la ferita. Ad esempio, in Donne a pezzi mi sono ispirata alle mie alunne e alla difficoltà che molte ragazze hanno nel comprendere la loro identità e nel confrontarsi con ruoli femminili imposti. Ma non è mai un libro che vuole fare propaganda, semmai un invito a riflettere sul femminile in modo complesso e sfaccettato.

C’è un elemento autobiografico in Lule?

C’è un piccolo frammento autobiografico, soprattutto nel racconto Il padre di Lule, che è dedicato a mio padre. La figura del padre in quel racconto è ispirata a lui, ma è anche un personaggio completamente immaginato, con tratti fiabeschi. Mio padre era un uomo sui generis, fuori dal comune, e mi ha trasmesso la passione per la parola. Ma il libro nel complesso non è autobiografico. Anche i racconti che trattano tematiche legate alla violenza o al maltrattamento non sono basati sulla mia esperienza personale. Raccontano però dinamiche che ho osservato e con cui sono entrata in contatto.

Lule ha suscitato diverse reazioni. Quali sono quelle che la hanno colpito di più?

Non mi aspettavo una risposta così forte. Molte persone mi hanno scritto dicendo che il libro le ha emozionate. Alcuni racconti li hanno fatti piangere, altri li hanno fatti ridere. Ho ricevuto tante reazioni diverse, il che mi ha sorpreso e commosso. La cosa che mi ha colpito di più è stata la consapevolezza che, pur non essendo un libro particolarmente lungo o complesso, riesce a suscitare emozioni vere nelle persone. Quando scrivevo non pensavo a come avrebbero reagito i lettori, ma sapere che qualcosa che ho scritto ha colpito qualcuno mi dà una grande soddisfazione.

Il nome Lule ha un significato particolare?

Lule rappresenta il femminile nelle sue molteplici accezioni. Il nome mi interessava per il suo suono e per il fatto che fosse monosemico, come se rappresentasse una figura universale e fluida. Lule è sia la donna ferita che la donna capace di gioia, la madre, la figlia, l’amante. È la molteplicità del femminile che mi interessa, un femminile che non è mai statico ma in continuo divenire, che può essere vissuto in molti modi, anche da uomini, come abbiamo detto.

Lule non è un libro che dà risposte, ma pone domande. La violenza, l’amore, la fragilità, i ruoli di genere sono tutti temi che vanno esplorati senza facili soluzioni. Ogni racconto è un piccolo mondo a sé, con toni diversi, ma racconta una realtà che  è più complessa di come spesso ce la presentano. E che tutti, uomini e donne, devono prendersi la responsabilità di guardare oltre le apparenze e non ridurre mai la realtà a un semplice bianco e nero.

Lule
€16,00
Cinzia Mescolini

ISBN: 979-12-5579-138-6

Pagine: 94

Ottobre 2024

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