Ieri sono state pubblicate le graduatorie del bando Fis2 – Fondo Italiano per la Scienza del Ministero dell’Università e della Ricerca, in cui La Sapienza di Roma ha ottenuto il primato nazionale con il maggior numero di progetti finanziati, ben 16, per un totale di oltre 23 milioni di euro.
L’avviso del Fondo Italiano per la Scienza, che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della ricerca di base, ha visto uno stanziamento di oltre 330 milioni, accogliendo progetti afferenti a tre macrosettori, ossia Sh: Social Sciences and Humanities, Pe: Mathematics, physical sciences, information and communication, engineering, universe and earth sciences, e Ls: Life Sciences. I tre macrosettori sono determinati da Erc, il più prestigioso programma dedicato alla ricerca di base.
La procedura competitiva per lo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale ha visto la selezione di 118 proposte progettuali a livello nazionale, che hanno ricevuto complessivamente oltre 190 milioni di euro. Nello specifico, i progetti finanziati sono stati ripartiti così: 77 per la categoria “Starting Grant”, 20 per “Consolidator Grant” e 21 per “Advanced Grant”, categorie rivolte rispettivamente a ricercatrici e ricercatori ‘emergenti’, ‘in carriera’ ed ‘affermati’.
La Rettrice Polimeni ha commentato il risultato con queste parole: “Il risultato conseguito da Sapienza conferma l’eccellenza della nostra comunità accademica e la conseguente capacità di attrarre finanziamenti con progetti di ricerca di alto valore scientifico. I progetti finanziati evidenziano certamente come questa eccellenza si distribuisca in modo omogeneo fra tutte le discipline presenti all’interno della nostra comunità accademica, ma anche la nostra dedizione ad affrontare sfide scientifiche rilevanti e di grande attualità. I risultati ottenuti rappresentano un riconoscimento importante per le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori: non solo contribuiscono a consolidare la reputazione di Sapienza come centro di ricerca di eccellenza a livello nazionale e internazionale, ma costituiscono per i più giovani un modello vincente a cui guardare per fare ricerca nel nostro Paese”.
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