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Breve storia di Babbo Natale: da San Nicola a Santa Claus passando per Sinterklaas

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Dietro la figura bonaria e iconica di Babbo Natale si cela una storia secolare che intreccia leggenda, religione e cultura popolare. Tutto comincia con San Nicola, vescovo di Myra, vissuto nel IV secolo nell’odierna Turchia, e noto per la sua generosità e compassione.

La sua fama di uomo di carità e protettore dei più deboli si deve a storie tramandate nei secoli. Una delle più celebri racconta di come salvò tre giovani donne dalla povertà e da un destino crudele, donando loro anonimamente una dote per poter sposarsi. Un’altra leggenda lo vede protagonista di un miracolo: riportò in vita tre bambini uccisi da un oste malvagio, diventando così il protettore dei piccoli.

La popolarità di San Nicola si diffuse rapidamente, soprattutto in Europa, dove la sua festa, celebrata il 6 dicembre, divenne un’occasione per scambiarsi doni in ricordo della sua generosità. Quando le sue reliquie furono trafugate da Myra nel 1087 e portate a Bari, il culto del santo si consolidò ulteriormente, attraversando confini e influenzando diverse tradizioni popolari. Tuttavia, la figura del santo subì un’importante trasformazione con l’avvento della Riforma protestante nel XVI secolo. Mentre in molti Paesi europei i santi venivano progressivamente abbandonati, San Nicola continuò a sopravvivere in forma secolarizzata, soprattutto nei Paesi Bassi e in Germania, dove si trasformò in Sinterklaas o Samiklaus.

Fu proprio l’emigrazione olandese in America a portare la tradizione di Sinterklaas nel Nuovo Mondo, dove subì un’ulteriore metamorfosi. Qui, influenze culturali e letterarie contribuirono a creare una figura sempre più distaccata dal contesto religioso originario, fino a diventare Santa Claus. Un momento chiave in questa evoluzione fu la pubblicazione, nel 1823, della poesia A Visit from St. Nicholas, attribuita a Clement Clarke Moore. In questo racconto, Babbo Natale appare come un uomo allegro e paffuto, a bordo di una slitta trainata da renne magiche, che consegna regali ai bambini buoni.

Il passaggio alla figura moderna di Babbo Natale si deve però in larga misura agli illustratori e al marketing. Thomas Nast, un fumettista tedesco emigrato negli Stati Uniti, negli anni 1860 disegnò per la rivista Harper’s Weekly una serie di immagini che definirono l’aspetto attuale di Babbo Natale: una figura vestita di rosso, con una lunga barba bianca, un sacco pieno di doni e un laboratorio al Polo Nord. L’immagine venne ulteriormente consolidata negli anni ’30 grazie alle campagne pubblicitarie della Coca-Cola, che contribuirono a diffonderla su scala globale.

Anche gli elementi che oggi associamo a Babbo Natale, come la lista dei bambini buoni e cattivi o la fabbrica di giocattoli gestita dagli elfi, sono invenzioni relativamente recenti. La tradizione delle renne volanti, ad esempio, appare per la prima volta nella poesia di Moore, mentre Rudolph, la renna dal naso rosso, fu introdotta nel 1939 in un racconto promozionale.

La storia di Babbo Natale è un perfetto esempio di come una figura storica possa trasformarsi in un mito universale, adattandosi ai tempi e ai contesti culturali. Da vescovo di Myra a portatore di regali nelle tradizioni europee, fino a icona del consumismo moderno, Babbo Natale ha attraversato secoli e continenti, mantenendo intatta la sua capacità di ispirare generosità e stupore. Quella di San Nicola non è solo la storia di un santo, ma la testimonianza di un simbolo che continua a unire generazioni e culture, regalando un pizzico di magia al cuore delle festività.


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