di Lorenzo Lazzeri
Napoli, con il suo maestoso Palazzo Reale, è da sempre testimone di epoche trascorse, intrise spesso di fasti monarchici. Oggi, la città è monumento storico in continuo e dinamico mutamento, che abbraccia, offrendo un esperienza senza precedenti, l’innovazione tecnologica e lasciando i suoi visitatori vivere un’estasi di colori, storia e racconti con “L’ascensore del Re”.
Si tratta di una video-installazione, concepita dalla restauratrice Francesca di Martino e realizzata dal direttore artistico Stefano Gargiulo di Kaos Produzioni, capace di trasportare gli ospiti in un viaggio virtuale attraverso i secoli, svelando i segreti e le meraviglie della vita di corte nel Regno di Napoli. Premendo i pulsanti di questo ascensore immaginario, gli ospiti possono scegliere il “piano” corrispondente a un determinato secolo, dal XVII secolo fino ai giorni nostri, immergendosi in scene evocative, atmosfere, eventi salienti, quasi capaci di teletrasportarli in ciascun periodo.
La vita di corte nel Regno di Napoli era un mosaico complesso di cerimoniali elaborati, etichette rigorose e sfarzi opulenti. Durante il viceregno spagnolo, il cerimoniale era caratterizzato da procedure estremamente lunghe e pompose, con nobili che sfoggiavano abiti eccentrici e sfarzosi, spesso superando in magnificenza i loro omologhi di Vienna e Madrid. Questa teatralità non era una mera vanità, ma un mezzo per manifestare il potere e la supremazia della corte napoletana.
Con l’avvento dei Borbone nel XVIII secolo, la corte divenne centro di una rinascita culturale e artistica. Re Carlo di Borbone, salito al trono nel 1734, promosse una serie di riforme e trasformazioni che consolidarono Napoli come una delle capitali più influenti d’Europa. Il cerimoniale di corte, meticolosamente documentato nei “Libri di cerimonie” redatti dai maestri di cerimonie del Palazzo Reale, rispecchiava l’importanza attribuita alla rappresentazione del potere e alla costruzione di un’identità regale distintiva.
L’architettura del Palazzo Reale è il ritratto più identitario di queste evoluzioni storiche. Iniziata nel 1600 sotto la direzione dell’architetto Domenico Fontana, la costruzione del palazzo mirava a creare una residenza degna dei viceré spagnoli.
Fontana, già noto per le sue opere a Roma, concepì un edificio che combinava elementi rinascimentali e barocchi, con una facciata imponente e interni sontuosi; la morte di Fontana nel 1607 lasciò però incompiuta la sua visione, ripresa e ampliata successivamente da architetti come Francesco Antonio Picchiatti e Ferdinando Sanfelice.
Nel XIX secolo, sotto il regno di Ferdinando II di Borbone, l’architetto Gaetano Genovese assunse il ruolo di direttore dei lavori reali intraprendendo una serie di importanti interventi, tra cui la ristrutturazione dello Scalone d’Onore e l’aggiunta dell’Ala delle Feste, oggi sede della Biblioteca Nazionale
Dopo l’incendio del 1837, vennero introdotte modifiche in fase di restauro che lo adattarono alle esigenze di una corte in continua evoluzione, riflettendo le tendenze architettoniche dell’epoca con l’importante influenza neoclassica.
“L’ascensore del Re” rappresenta di fatti, una sintesi perfetta tra passato e futuro, utilizzando queste tecnologie immersive con un approccio innovativo si inserisce in una tendenza più ampia e che vede i musei storici adottare strumenti digitali per arricchire l’esperienza dei visitatori. Tecnologie come la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) stanno rivoluzionando il modo in cui interagiamo con l’arte e la storia, permettendo un coinvolgimento personalizzato e profondo.
In Italia, numerosi musei hanno iniziato a integrare queste tecnologie per valorizzare il proprio patrimonio. Ad esempio, il Museo M9 di Mestre utilizza applicazioni di realtà virtuale e video a 360 gradi in grado di offrire una narrazione immersiva delle trasformazioni del territorio veneziano. Il Palazzo Reale di Napoli, non poteva essere da meno, con la sua nuova installazione d’avanguardia si è adeguato a questa rivoluzione culturale, utilizzando la tecnologia e mettendola al servizio della storia.
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