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Francesco Brioschi uomo libero e illuminato: un editore coraggioso

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Ho perso un amico, un angelo custode, un amabile insegnante e tutti abbiamo perso un editore originale, un vulcano di idee e un uomo aperto al mondo e al dialogo. Un intellettuale raffinato e visionario, pronto ad accettare sfide e imprese impossibili. Ho conosciuto Francesco Brioschi, già professore universitario, scrittore, erede di una dinastia che ha reso onore a Milano e alla sua accademia, in quel di Tehran. 

Il nostro primo incontro è stato in un hotel situato sotto le montagne della capitale iraniana. Io ero con mio marito, Carlo Giovanni Cereti, allora Consigliere diplomatico dell’Ambasciata d’Italia e lui era con il suo braccio destro, la direttrice editoriale Margit Wiesmann. Fu subito simpatia e condivisione, da quel giorno è nata un’amicizia, una collaborazione, una sintonia di intenti. Costruendo insieme con determinazione, una rete di amicizie con il mondo dell’editoria iraniana, diventando per me un’entusiasta guida in un mondo affascinante. Da quella prima cena sino a ieri, abbiamo realizzato tante cose ed abbiamo creduto nella voglia di far vincere la cultura sui pregiudizi, ritenendo che le barriere potessero essere abbattute dalla letteratura e dall’umanità. Il suo entusiasmo era incontenibile e contagioso. 

Per ricordarlo, non dimenticherò mai, le due Fiere del Libro a Tehran, in cui Brioschi mi concesse fiducia e mi permise di curare il suo stand, in maniera autonoma ed indipendente, grazie ai rapporti creati negli anni e alla sua visione che la cultura è sempre una risorsa per il dialogo. La sua voglia di credere nella diplomazia della cultura era inarrestabile e riusciva a trascinare tutti e tutte nella voglia di provarci. È stato un editore temerario, ha tradotto i grandi classici iraniani, che mai erano stati tradotti in italiano, con una grande traduttrice ed esperta come era Anna Vanzan, ha poi continuato instancabilmente a tradurre romanzi moderni e contemporanei, in prevalenza di scrittrici. Ha creato, pochi anni fa, una collana di pubblicazioni dal nome “Gli Altri”, insieme ad 11 titoli iraniani, ha pubblicato 11 romanzi russi ed a seguire armeni, palestinesi, siriani, libanesi, tunisini, marocchini, turchi, nigeriani, somali, e tanto altro.

Francesco aveva la forza e la passione di un giovane, amava ascoltare tutti, aveva la santa pazienza di ascoltare i miei racconti di storie iraniane, mi sosteneva quando, nonostante le stampelle ed il tutore, sono partita per Tehran per presentare uno dei più grandi romanzi iraniani, il primo di genere scritto da una donna, l’immensa Simin Daneshvar, tradotto dalla Vanzan, in un Iran sanzionato ed isolato. Con lui, Margit e la casa editrice era possibile immaginare e mettere in atto, idee visionarie ed andare oltre l’ordinario. In una piacevole colazione a Via del Babuino qualche anno fa, tra le sue mille domande, le mie mille parole e le poche ma sapienti risposte di Cereti, è nata l’idea di un libro sull’Iran Contemporaneo, un libro a più voci che racconta in un caleidoscopio di temi l’Iran con le sue contraddizioni, la sua storia e il suo presente, un libro unico nel suo genere che ha molto amato. 

Francesco Brioschi era innamorato della vita, dei giovani, era curioso ed ecclettico era un uomo che credeva nella libertà, la libertà di puntare ed investire sulla cultura per rendere il mondo un luogo di confronto e di scambio, lo animava la caparbietà di voler credere che la pace si può ottenere con la condivisione e con la convivenza di pensieri diversi.

“Francesco Brioschi è stato un editore coraggioso, convinto della missione di pace insita nella sfida culturale “- il commosso ricordo di Carlo Cereti – “Ha sempre privilegiato il dialogo critico, fermo nelle sue convinzioni liberali, ma sempre aperto al confronto costruttivo. Un uomo di grandissimo valore di cui sentiremo la mancanza. Docente universitario, imprenditore, intellettuale, insomma un grande umanista, un modello come lo furono Olivetti e Mattei”.

Caro Francesco, quanto ci mancherai, quanto mi mancheranno le nostre chiacchierate da sognatori, il nostro progetto di aprire una libreria nel centro di Tehran, le cene dopo le presentazioni e le Fiere, quanto mi mancheranno le tue domande e i tuoi progetti ancora da realizzare, la tua intelligenza, la tua capacità di non giudicare mai e di capire i perché di tante cose. Eri speciale anche nell’aver sempre dato grande spazio alle donne, la tua casa editrice era ricca di giovani, ma soprattutto di donne dal grande carattere. La Francesco Brioschi Editore e il Gruppo Editoriale con Valentina Edizioni sapranno seguire le tue linee guida e la tua volontà, grazie a due donne straordinarie come Valentina tua figlia cofondatrice del Gruppo e Margit. I tuoi progetti continueranno ad essere un faro per chi crede nel potere dei libri e del sapere, per costruire un mondo senza confini, attraverso i libri che sono un tesoro dell’umanità.

“La cultura è la base del progresso”. Francesco Brioschi

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