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I Flintstones, la famiglia di preistorici che ha divertito il mondo

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di Gabriele Bisconti

“Yaba Daba Dù” canticchiava il prode Fred a bordo della sua auto di legno a propulsione umana; due soli enormi cilindri di pietra al posto delle ruote, ed i piedi a spingere il trabiccolo. Così apparve -sessantaquattro anni fa – per la prima volta in tv il protagonista di quella che, nel tempo, è diventata una delle serie televisive a cartoni animati più amate di tutti i tempi.

La serie, firmata Hanna-Barbera e ispirata alla sitcom “The Honeymooners” (andata in onda tra il 1955 e il 1956), fu trasmessa in Italia sul Secondo Programma a partire dal 30 agosto 1963 con il titolo ”Gli Antenati”.

I quattro protagonisti divennero subito familiari tra grandi e piccini: Fred, l’irritabile padre innamorato perdutamente di Wilma, la madre, e della figlioletta Ciottolina; Barney, buontempone grande amico di Fred che spesso lo salva dai guai in cui va a cacciarsi; Betty, sua moglie, e il piccolo Bam Bam.

E come non menzionare i mitici uccelli che all’interno della macchina fotografica disegnavano con pietra e scalpello il soggetto fotografato. O il piccolo mammut nascosto sotto il lavello che veniva usato come tritarifiuti e il gigantesco pterodattilo, che fungeva da aeroplano, sul cui dorso erano sistemati i sedili per i passeggeri. O ancora gli ascensori mossi dai brontosauri e i piccoli volatili, che sulle automobili erano usati come clacson.

Una rappresentazione particolare, sia della fauna locale sia dell’ambientazione nella città di Bedrock, che serviva – secondo la logica degli autori – a mostrare un modo di vivere “green”, con ogni forma di inquinamento limitata al massimo (in questo caso dalla vita in periferia condotta anche grazie allo sfruttamento degli animali), che si opponeva al benessere e agli sprechi dei cittadini statunitensi di quegli anni.

Questa serie comparve infatti sugli schermi dei cittadini statunitensi in uno dei momenti di maggiore sviluppo per gli Usa, caratterizzato dalla spaventosa crescita del consumismo, dei sobborghi e dell’economia, oscurando il problema della differenziazione di prosperità tra le varie classi sociali americane.

Negli anni sessanta e settanta, venne utilizzata nelle pubblicità televisive italiane, così come altre serie animate da Gatto Silvestro ai Pronipoti, come nella serie intitolata O Neocid o mosche, che pubblicizzava l’insetticida “Neocid Florale”.

La reclame andò in onda su Carosello dal 1965 al 1971 e fu realizzata prima da Toni e Nino Pagot, e poi dai fratelli Gavioli. Fu proprio questa serie a rendere celebre la frase “Wilma, dammi la clava!” che concludeva regolarmente ogni episodio italiano, insieme con lo slogan “Wilma, dammi il Neocid!“.

I Flintstones ebbero nuova vita negli anni ’70, con alcuni fumetti e film animati destinati direttamente alla televisione. In questi e in alcuni spin-off dedicati, come “The Pebbles and Bamm-Bamm Show” (nelle quali Ciottolina e Bam Bam sono adolescenti), vennero apportati vari cambiamenti rispetto alla serie originale, soprattutto per quanto riguarda le vicende quotidiane affrontate dai protagonisti.

In altri film prodotti per il franchise, invece, vennero dipinte realtà alternative rispetto a quelle della serie. Come, ad esempio, in “The Flintstones: Little Big League”, oppure in “The Flintstone Kids”, in cui tutti i personaggi sono dei bambni. O in “La Cosa”, dove gli antenati incontravano gli eroi Marvel.

Una storia universale, con personaggi indimenticabili e umorismo intelligente, che è riuscita a superare il passare del tempo tenendo incollate al piccolo schermo diverse generazioni. Una famiglia preistorica iconica che, oltre a divertire e intrattenere, ha portato milioni di telespettatori a riflettere sulle dinamiche familiari, comuni a tutte le ere storiche, continuando ad avere ancora oggi un impatto significante sulla cultura popolare.

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