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L’arte senese del Trecento al Met con 100 opere

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La mostra “The Rise of Painting”, ripercorre le annate che vanno dal 1300-1350, puntando i riflettori su un movimento artistico eccezionale che, nell’arco di due generazioni, ebbe un ruolo fondamentale nella definizione della pittura occidentale del Rinascimento.

Come scrive Alessandra Baldini per Ansa , ci saranno  oltre 100 opere di artisti come Duccio, il suo allievo Simone Martini e i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti.

“Siena fu un epicentro di innovazione e ambizione artistica”, commenta Max Hollein, direttore del Met, notando che la mostra “riunisce il gruppo più importante di dipinti senesi mai visto assieme fuori da Siena”.

Aperta al pubblico dal 13 ottobre, passera’ poi a Londra nel 2025 per il bicentenario della National Gallery. Si tratta della prima, negli Usa, dedicata a questi cinquant’ anni. Il Met alla fine degli anni ’80 ne aveva già dedicata una alla pittura senese del Rinascimento. Stavolta il focus riguarda i decenni che precedettero la catastrofica pandemia del 1348: “La piu’ grande mortalità, la maggiore e la più oscura, la più orribile che la città avesse mai visto”, scrisse il cronista contemporaneo senese Agnolo di Tura. E’ solo una coincidenza che il progetto sia nato nel 2019, prima che il mondo si fermasse per la pandemia da Covid.
Saranno presenti all’anteprima, i sindaci di Siena Nicoletta Fabio e il collega di Arezzo Alessandro Ghinelli che si sono dichiarati emozionati e orgogliosi nel vedere le loro citta’ in vetrina al Met.

La mostra e’ stata resa possibile dall’amicizia e la collaborazione tra il museo americano, l’Italia e le citta’ che hanno concesso i prestiti.
“Bellissima, spirituale e poetica allo stesso tempo”, afferma il vice console generale a New York Cesare Bieller.

Posizionata strategicamente sulla Via Francigena, Siena vide passare in quegli anni pellegrini e imperatori. Secondo Stephan Wolohojian, responsabile del dipartimento Dipinti Europei al Met, “il linguaggio artistico di Duccio, dei Lorenzetti, di Simone Martini e dei loro contemporanei riformulo’ il corso della pittura europea. Esaminarne l’audacia permette di rintracciare i semi di idee chiave sviluppate in Italia e altrove nei secoli successivi”.

Nessuno degli artisti in mostra sopravvisse alla Peste Nera al pari di un terzo degli abitanti della citta’: Pietro e Ambrogio morirono nel 1348 all’apice della pandemia. La mostra si fonda sulle eccezionali collezioni della National Gallery e del Met – tra questi la piccola Madonna Stoclet di Duccio, entrata nel 2004 nelle collezioni del museo americano per la cifra record di 45 milioni di dollari – ma vengono dall’Italia pezzi importantissimi come il polittico di Pietro Lorenzetti che non era mai uscito dalla Parrocchia della Pieve di Santa Maria ad Arezzo, e sempre di Pietro Lorenzetti un crocifisso sagomato in tempera e oro su tavola dal museo diocesano di Cortona.

Cinque opere sono arrivate da Siena tra cui l’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti dalla Pinacoteca Nazionale. Sono stati inoltre riuniti importanti insiemi pittorici, come la predella posteriore della Maestà di Duccio, uno dei dipinti fondamentali della pittura italiana dispersa dal 1771, e i sei pezzi del Polittico Orsini di Simone Martini, usualmente di casa ad Anversa, Parigi e Berlino.

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