di Alessia de Antoniis
Sky Studios al Mia 2024: Tra ossessioni, potere e libertà nelle nuove serie “L’Arte della Gioia”, “M – Il figlio del secolo” e “Dostoevskij”
Al panel di apertura del Mercato Internazionale Audiovisivo, i creatori dietro tre attese produzioni raccontano le sfide creative e tematiche delle loro opere.
Al Mia – Mercato Internazionale Audiovisivo 2024, Sky Studios ha presentato tre attese produzioni: L’Arte della Gioia, M – Il figlio del secolo e Dostoevskij. Durante il panel d’apertura di Mia Drama, i creatori dietro questi show hanno condiviso le loro riflessioni su temi quali l’ossessione, il potere, la ricerca della libertà e la complessità dell’essere umano. Le conversazioni hanno offerto al pubblico un’intima prospettiva sul processo creativo che ha guidato la realizzazione di queste serie, uniche per tematiche e approcci narrativi.
L’Arte della Gioia: La ricerca della libertà e della gioia di vivere
La serie L’Arte della Gioia, prodotta da HT Film e diretta da Valeria Golino, è un adattamento del romanzo di Goliarda Sapienza. La protagonista, Modesta, interpretata da Tecla Insolia, rappresenta una donna che non si conforma ai dettami sociali, sfidando i confini della sua epoca. Golino ha parlato con passione del personaggio e del suo percorso di crescita: “L’ossessione di Modesta è la conquista continua del desiderio e della gioia. È una donna che cerca la sua libertà a ogni costo, e questo la rende un personaggio unico nella letteratura italiana.”
Modesta è un personaggio profondamente complesso, che si muove tra desiderio e ambizione, vivendo senza il peso dei sensi di colpa che spesso accompagnano le figure femminili nelle narrazioni classiche. “Il senso di colpa è alla base della nostra cultura, delle nostre religioni, ma Modesta non ce l’ha,” ha spiegato Golino. “Lei agisce senza remore, cercando sempre di realizzare i suoi desideri, anche a costo di compiere azioni moralmente discutibili. Questo la rende una figura rivoluzionaria, scevra dalle convenzioni che spesso limitano le donne.”
La regista ha sottolineato come il personaggio di Modesta rappresenti una rottura con gli stereotipi femminili tradizionali: “Anche le eroine ribelli, alla fine, si trovano a essere vittime. Modesta non lo è mai, e questo la rende originale, libera.” Nel corso del panel, Golino ha ricordato il suo incontro personale con Goliarda Sapienza, una figura che, a suo avviso, è stata in grado di incarnare la stessa libertà e forza del suo personaggio.
M – Il figlio del secolo: L’immoralità e il potere di Mussolini
Stefano Bises, sceneggiatore di M – Il figlio del secolo, prodotto da The Apartment, ha parlato della sfida di rappresentare Benito Mussolini. La serie, basata sull’omonimo romanzo di Antonio Scurati, racconta la nascita del fascismo e l’ascesa al potere del dittatore italiano, interpretato da Luca Marinelli. Bises ha spiegato come la propaganda fascista abbia costruito l’immagine di un Mussolini granitico e potente, ma che guardando oltre quella facciata emerge un personaggio molto diverso: “Guardando Mussolini da lontano, l’immagine che ci resta è quella di un grand’uomo. Guardandolo più da vicino, ti rendi conto che era solo un omuncolo.”
Bises ha voluto smontare il mito della grandezza del Duce, evidenziando i tratti più meschini del personaggio: “Mussolini era un opportunista ai confini della vigliaccheria, totalmente immorale. Non si è mai sporcato le mani, lasciava che fossero gli altri a fare il lavoro sporco per lui. La sua era una sete di potere travolgente, che cercava di giustificare con la retorica della grandezza, ma in realtà non era altro che un uomo piccolo, guidato dall’ossessione di essere amato e rispettato.”
La serie cerca di rivelare l’ambiguità e la doppiezza del personaggio, spogliandolo della grandezza artificiale costruita attorno a lui dalla propaganda. “Abbiamo voluto mostrare il contrasto tra ciò che Mussolini diceva e ciò che faceva, e come questa ipocrisia lo rendesse debole e vulnerabile, nonostante il potere che aveva accumulato,” ha aggiunto Bises.
Dostoevskij: La complessità dell’animo umano e la ricerca di sé
Fabio e Damiano D’Innocenzo, sceneggiatori e registi di Dostoevskij, prodotto da Paco Cinematografica, hanno portato sullo schermo una serie che esplora i temi profondi dell’opera di Fëdor Dostoevskij, ma li adatta a un contesto contemporaneo, universale. Fabio D’Innocenzo ha definito la serie “un’opera sulla ricerca della propria autonomia di pensiero, sulla necessità di capirsi e accettarsi, anche nei lati peggiori di sé.”
I D’Innocenzo, noti per il loro cinema crudo e realistico, hanno cercato di creare un mondo che fosse fuori dal tempo e dallo spazio, per rappresentare l’eterno dilemma dell’essere umano. “Abbiamo voluto rimuovere ogni riferimento temporale o geografico preciso,” ha spiegato Damiano D’Innocenzo. “La storia potrebbe svolgersi ovunque e in qualsiasi epoca, perché i temi che affronta sono universali: la lotta con se stessi, la ricerca di risposte, il tentativo di dare un senso alla propria esistenza.”
La scelta di un contesto volutamente indefinito permette alla serie di trascendere il realismo e di entrare in un territorio più simbolico. “Il realismo ci interessa poco, perché limita l’immaginazione. Volevamo creare un mondo che non fosse immediatamente riconoscibile, per lasciare allo spettatore la libertà di interpretare e di riflettere,” ha aggiunto Fabio.
Le ossessioni dei personaggi: Libertà, potere e violenza
Durante il panel, uno dei temi ricorrenti è stato quello delle ossessioni che muovono i personaggi principali di queste serie. Modesta, Mussolini e i protagonisti di Dostoevskij condividono una spinta irrefrenabile verso i loro obiettivi, che spesso sfocia in comportamenti estremi.
“Modesta è ossessionata dalla conquista della gioia e della libertà. Farà di tutto per ridurre la distanza tra lei e quel traguardo, anche a costo di sacrificare relazioni e convenzioni sociali,” ha spiegato Golino. La sua ricerca di gioia non è un viaggio romantico, ma una lotta contro le forze che cercano di limitarla, un aspetto che la distingue da molti personaggi femminili della letteratura e della televisione.
D’altra parte, Mussolini è guidato dall’ossessione per il potere e la grandezza, ma la sua è una grandezza vuota, costruita sulla manipolazione e sull’inganno. “È una figura tragica, perché la sua ossessione lo spinge a superare ogni limite morale, ma allo stesso tempo lo rende piccolo e patetico,” ha sottolineato Bises.
Infine, i D’Innocenzo hanno parlato dell’ossessione dei loro personaggi per la comprensione di sé stessi. “La nostra serie parla di una lotta interiore, di una ricerca continua di risposte che forse non arriveranno mai,” ha spiegato Fabio. “È l’arte di accettarsi, anche quando si scopre di essere pieni di difetti e contraddizioni.”
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