Il maestro del thriller psicologico Sebastian Fitzek è tornato a far palpitare i cuori dei lettori con il suo ultimo romanzo, Portami a casa. In questo nuovo avvincente libro, lo scrittore tedesco ci immerge in una notte di terrore a Berlino, dove Klara, una giovane donna, è braccata da un passato oscuro e da un presente minaccioso.
Portami a casa è un grido d’allarme contro un fenomeno che affligge sia l’Italia che la Germania: la violenza sulle donne. Fitzek, con la sua prosa cruda e diretta, ci ricorda l’importanza di credere alle vittime, spesso sottovalutate e messe in dubbio. Un appello urgente per sensibilizzare l’opinione pubblica e contrastare un problema sempre più diffuso.
L’autore, intervistato da AdnKronos, racconta: “In ‘Portami a casa’ non voglio semplicemente tematizzare la violenza sulle donne. Ma voglio cercare di capirne il perché. Ovvero che cosa porta un uomo a esercitarla, soprattutto contro le donne e che cosa lo induce a fare del male alla persona che maggiormente ama. Da uomo sono fermamente convinto che un essere umano di sesso maschile non nasca programmato per compiere violenza sulle donne. Probabilmente nella propria infanzia ci deve essere stato un trauma che l’ha portato a quell’evoluzione. Un episodio che, abbinato a una carente autostima, ha condotto un personaggio a fare del male. La cosa che a me interessa indagare sono le origini che hanno portato a questi delitti efferati”.
Per quanto riguarda la trama del thriller troveremo Klara, sola e spaventata, che si ritrova a camminare per le strade deserte della città inseguita da un uomo che sembra conoscere ogni sua mossa. La sua unica ancora di salvezza? Un numero verde, un servizio di accompagnamento telefonico per donne che si sentono sole e insicure. È così che entra in contatto con Jules Tannberg, un volontario dalla voce calma e rassicurante, che cerca di aiutarla a superare questa terribile esperienza. Ma mentre la notte avanza, i pericoli si intensificano e la situazione si complica sempre di più. Fitzek, con la sua maestria nel costruire atmosfere dense di suspense e colpi di scena inattesi, ci trascina in un vortice di emozioni, tenendoci con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
“È una storia scura, tetra. Il problema di Klara – sottolinea lo scrittore ai microfoni di AdnKronos – è che non ha paura del cammino che deve percorrere, della strada che deve fare per andare a casa, ma ha paura di arrivare a casa”. Fitzek elabora poi un discorso molto profondo sul tema: “considero la violenza sulle donne un cosiddetto delitto di massa. E’ una tematica che mi sta particolarmente a cuore e che ritengo rilevante. Purtroppo, negli ultimi anni, questo tema è stato considerato un grandissimo tabu. Le case editrici hanno ritenuto a lungo che il pubblico quasi prettamente femminile che legge romanzi gialli o thriller non amasse questi argomenti. E’ un pregiudizio sbagliato. Io posso solo scrivere di tematiche che ritengo rilevanti come quello della violenza sulle donne” conclude Fitzek.
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