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Apre ad Arezzo la mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”: la accompagna il ritorno della Chimera

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di Luisa Marini

La Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo e l’ex Chiesa di Sant’Ignazio riuniscono da oggi e fino al 2 febbraio prossimo oltre 100 capolavori del grande artista e intellettuale nato ad Arezzo, in occasione dei 450 anni dalla morte. Vasari, sensibile interprete dell’aria del suo tempo e insieme autore di notevoli innovazioni, unificò infatti tutte le arti maggiori, pittura scultura e architettura.

Abbiamo visitato la mostra in anteprima, accompagnati dalle curatrici Cristina Acidini e Alessandra Baroni, insieme al Presidente del comitato scientifico Carlo Sisi. L’esposizione raccoglie opere straordinarie, provenienti dalle più note istituzioni italiane ed estere, tra cui gli Uffizi, il Metropolitan e il Louvre, oltre che da collezioni private: tavole, tele e disegni, insieme a lettere, manoscritti e volumi a stampa provenienti dall’Archivio Vasari, oltre all’eccezionale presenza di imponenti pale d’altare.

I curatori hanno posto l’accento sull’utilizzo da parte di Vasari dell’allegoria, sia nelle creazioni letterarie che nell’espressione visiva, dove immagini e soggetti fantastici acquisiscono un’alta intensità simbolica. Un patrimonio di invenzioni sacre e profane, cui il Maestro ricorse per esaltare il granduca Cosimo I de’ Medici, suo protettore, inventando uno stile che divenne ricorrente nel Cinquecento.

A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria è in particolare la Chimera, lo straordinario bronzo etrusco rinvenuto ad Arezzo nel 1553 durante dei lavori di scavo, effettuati proprio per volere del Granduca, e che torna nella città per l’occasione. Prestata dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è esposta in uno spazio dedicato che la valorizza, grazie alla posizione elevata e a un’attenta illuminazione, e il visitatore può girarle intorno e cogliere ogni dettaglio.

In questa sezione, “La Chimera, Vasari e il Duca”, possiamo cogliere la genialità dell’artista “comunicatore”: al ritrovamento dello strepitoso bronzo etrusco, infatti, condotto trionfalmente a Firenze, Vasari lo inserì nella propaganda politica di Cosimo come simbolo di una civiltà precedente all’autorità della Roma imperiale e antenata dalla Toscana moderna.

Oltre a questa, le sezioni in cui si articola il percorso espositivo, in totale otto, sono pensate per presentare in maniera esaustiva non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete.  Il percorso di vita e di lavoro è valorizzato in “Giorgio Vasari, un gigante dell’arte”: l’artista, l’architetto degli Uffizi e delle Logge, la famiglia, la fama come scrittore, l’incontro e il favore dei Medici, l’amicizia con Michelangelo, il rapporto con Bronzino, la fedeltà alla sua città, nella quale volle essere sepolto.

Domina la sezione il cosiddetto “Autoritratto degli Uffizi”, opera di Giovanni Stradano, che ne celebra il ruolo presso la corte del Granduca. Si prosegue con “Il giovane Vasari: una formazione d’eccellenza”: grazie ad una profonda educazione umanistica, egli seppe costruire già dalla prima gioventù i contatti che presto lo portarono a girare l’Italia. A testimonianza troviamo carteggi rari e pubblicazioni, oltre a straordinarie opere pittoriche della prima fase fiorentina, come le “Tentazioni di San Girolamo”, normalmente esposte alle Gallerie degli Uffizi.

Un focus speciale è dedicato, in “L’apoteosi delle Virtù”, alla nascita del linguaggio allegorico per immagini e alle invenzioni visive che furono apprezzate non solo dai Medici, ma anche dai pontefici Pio IV e Pio V e dal cardinale Alessandro Farnese, che incoraggiò Vasari a scrivere “Le vite”. A impreziosire la sezione, opere rarissime come “Allegoria del sonno”, “Allegoria dell’oblio” e lo splendido studio a penna e inchiostro con “Le Primizie della Terra offerte a Saturno”, preparatorio per l’affresco della Sala degli Elementi in Palazzo Vecchio, concesse in prestito dal Met di New York.

In “L’Accademia del Disegno” si tratta in particolare della fondazione dell’Accademia delle Arti del Disegno, autorizzata dal duca Cosimo per regolare il sistema delle committenze pubbliche, della quale fecero parte molti artisti illustri, tra cui Cellini, Bronzino, gli Zuccari, qui in mostra, con i quali Vasari condivise i cantieri artistici eseguiti negli anni d’oro al servizio di Cosimo de’ Medici, da Palazzo Vecchio agli apparati per le nozze del principe Francesco.

Ancora: “Vasari e l’Arte Sacra” è la sezione tematica dedicata alle committenze pubbliche e private, che ha il suo apice in opere che arrivano ad Arezzo in via del tutto eccezionale da collezioni private, come la “Sacra Famiglia”, la “Crocifissione con la Madonna, san Giovanni e santa Maria Maddalena” e il “Cristo portacroce” oltre ai tondi provenienti dagli altari non più esistenti di Santa Maria Novella a Firenze, esposti per la prima volta.

I disegni, che per Vasari erano ideazione e progettazione alla base di ogni sua opera, di pittura, scultura, architettura o arti applicate, sono esposti nella sezione “Il Disegno, padre delle Arti”, e provengono da Torino, Vienna, Roma, Firenze, New York e Parigi, tra cui nove tra schizzi e piccoli cartoni preparatori per il “Giudizio Universale” della Cupola di Santa Maria del Fiore, completata poi da Federico Zuccari.

Infine, la sezione dedicata a “Pitture monumentali in chiese e basiliche”, presso l’ex Chiesa di Sant’Ignazio, esempio straordinario di barocco aretino, a pochi passi da Piazza San Francesco, che espone quattro tra le più grandiose pale dipinte da Vasari tra il 1545 e il 1569, mai uscite dalle sedi originali durante gli ultimi due secoli, come l’”Allegoria dell’Immacolata Concezione” dalla chiesa dei Santi Apostoli a Firenze e l’”Adorazione dei Magi” dal complesso monumentale di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo in Piemonte.

L’evento costituisce dunque un’occasione unica per avvicinare l’autore in maniera completa, e rientra nel programma “Arezzo. La città di Vasari”, una rete di esposizioni, eventi e celebrazioni per rendere omaggio all’artista e intellettuale promossa da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, col patrocinio del Ministero della Cultura.

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