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Il ritorno dei Quintorigo, gruppo di culto anni ‘90

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di Diego Perugini

A 25 anni dalla pubblicazione di “Rospo”, il loro “vero” primo album, i Quintorigo tornano in tour nella formazione originale. E le prime date sono già “esaurite”. Ce ne parlano il cantante John De Leo e il sassofonista Valentino Bianchi. 

Sono stati uno dei gruppi più originali della scena italiana di fine anni ‘90. Difficili da catalogare, i Quintorigo si sono distinti per un suono eclettico e creativo, in equilibrio fra pop, rock, classica, jazz, sperimentazione e altro ancora. Con la marcia in più di un cantante, John De Leo, estroso e funambolico. Una band di culto, insomma. 

Chi ha qualche anno in più se li ricorderà sul palco di Sanremo nel 1999, una “mina vagante” in un contesto tradizionale. 

All’Ariston presentarono un pezzo fascinoso e spigoloso come “Rospo”. Ovviamente non vinsero, però portarono a casa il Premio della Critica per le nuove proposte e quello della giuria di qualità per il miglior arrangiamento. 

A seguire un album con lo stesso titolo che avrebbe conquistato la Targa Tenco per la miglior opera prima. Quindi un altro paio di dischi prima della separazione per il soliti conflitti interni così frequenti nelle band. 

John va avanti da solista, gli altri proseguono senza di lui. 

Ma, diciamola tutta, non è la stessa cosa. 

Ora, però, il colpo di scena: una reunion nella formazione originale. 

Lo spunto sono i 25 anni dall’uscita di “Rospo”, il loro “vero” primo album, che per la prima volta verrà stampato in vinile da Universal assieme a “Grigio”, il secondo lavoro del gruppo. 

Entrambi saranno disponibili dal 29 novembre.

“E da questa decisione della casa discografica è nata l’idea di una riunione. Già stavo pensando di coinvolgere i ragazzi in un paio di pezzi del mio nuovo disco solista, poi da cosa nasce cosa… Ed eccoci pronti per il tour”, spiega De Leo. 

Le prime date, l’1 dicembre a Milano, l’8 a Bologna e il 15 a Roma, sono già tutte esaurite. E se ne sono già aggiunte altre sei: 22 dicembre Conversano (Bari); 27 dicembre Torino; 28 dicembre San Martino Buon Albergo (Verona); 3 gennaio Perugia; 19 gennaio 2025 Taneto di Gattatico (Reggio Emilia) e 26 gennaio Trezzo sull’Adda (Milano).

“Ne siamo piacevolmente colpiti. Evidentemente lo zoccolo duro dei nostri fan resiste. Però ci piacerebbe che a vederci venissero anche dei teenager. Potremmo pure piacergli, visto la robaccia che ascoltano” aggiunge il sassofonista Valentino Bianchi. 

Si ricomincia dai piccoli club, per non bruciare le tappe e fare il classico passo più lungo della gamba. Ma non finirà qui: in estate sono già previsti altri concerti. 

“Per il momento suoneremo i vecchi brani così come sono stati scritti, in modo direi filologico. Anche per rispetto del pubblico che verrà a sentirci. E per il futuro si vedrà” continua De Leo. 

I tempi, però, sono cambiati. Musica e mercato anche. 

“Ma il nostro approccio è rimasto lo stesso: un approccio ingenuo, curioso, onnivoro, contaminato e sperimentale. Semmai è cambiata la tecnologia. Prima si spendeva un sacco di soldi in studi di registrazione, mentre oggi registriamo in casa con pochi euro” spiega Bianchi. 

Intanto già si parla di Sanremo. I Quintorigo ci tornerebbero?

“Quando ci siamo andati era tutto un altro tempo, forse meno difficile di oggi – conclude De Leo – In ogni caso non dipende solo da noi, ma da tutta una serie di cose. Comunque se Sanremo ci volesse, ci chiami. E parliamone”. 

mannaggiallamusica.it

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