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Il ritorno dei “The Beach Boys” nel docufilm della Disney

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Frank Marshall, rinomato regista e produttore con una lunga carriera a Hollywood, ha intrapreso il progetto di raccontare la storia dei Beach Boys spinto da una semplice domanda: “Perché la loro band ha avuto successo e la mia no?” Nato nel 1946 e cresciuto a Newport Beach, a sud di Los Angeles, Marshall ha raccolto materiale d’archivio, video familiari inediti e numerose interviste per realizzare un emozionante documentario sulla leggendaria band, ora disponibile su Disney+.

Marshall, che da giovane suonava in una band di surf rock, ha rievocato alla première di “The Beach Boys” al Chinese Theatre di Los Angeles i suoi ricordi giovanili. “Al liceo facevo surf e avevo un piccolo gruppo. Mio padre mi aveva insegnato a suonare la chitarra e facevamo musica surf, tutta strumentale. Poi sono arrivati questi ragazzi, che hanno aggiunto testi e armonie al genere e hanno fatto la storia,” ha detto con un sorriso.

Alla première erano presenti alcuni dei membri originali dei Beach Boys: Al Jardine, Mike Love, David Marks, Blondie Chaplin e Bruce Johnston. L’ospite d’onore, che ha ricevuto una standing ovation, è stato Brian Wilson, il genio creativo del gruppo. La sua apparizione, una delle rarissime pubbliche, è avvenuta dopo che un giudice ha approvato la tutela legale per Wilson, oggi 81enne e affetto da demenza.

Marshall ha scelto di riunire la band sulla spiaggia di Malibu, dove fu scattata la foto di copertina del loro primo album, “Surfin’ Safari”, nel 1963. “La loro musica è il suono della gioia. Ho pensato che sarebbe stato poetico rimetterli insieme 60 anni dopo, proprio qui, dove tutto è iniziato”, ha spiegato il regista. Attorno a un tavolo del ristorante sulla spiaggia Paradise Cove, tra chitarre e boccali di birra, sono emerse storie e ricordi che compongono il documentario, un’ora e 53 minuti di pura emozione e sorrisi.

“Ho voluto esplorare soprattutto le origini della band,” ha raccontato Marshall. “Dare gli strumenti a questi ragazzi è stato come dare la palla a dei bambini che vogliono giocare. L’entusiasmo era travolgente e la loro musica lo è ancora oggi. Gli eredi e i membri ancora in vita sono stati tutti coinvolti nel progetto. Abbiamo davvero rovistato tra materassi e soffitte, trovando filmini di famiglia mai visti prima.”

Durante la première, Al Jardine ha ricordato il momento in cui decisero di procurarsi gli strumenti: “Nessuno di noi suonava davvero. Eravamo bravi con i testi, avevamo questa idea di una canzone sul surf, ma non sapevamo esprimerci se non a cappella attorno a Brian al pianoforte. Allora ho proposto: ‘Potremmo esibirci per mia madre. Magari ci paga gli strumenti’. Così siamo andati a casa sua. Ci siamo seduti in cerchio sul pavimento e abbiamo eseguito ‘Surfin”. Lei ci ha detto: ‘Ragazzi, amo la vostra musica e vi darò i soldi’. Il resto è storia. Grazie mamma!”

Mike Love ha offerto una riflessione sulla longevità del successo della band. “Credo che ciò che ci rende popolari ancora oggi sia che le nostre armonie sono nate in famiglia e sono piene d’amore,” ha osservato Love. “Good Vibrations, Fun, Fun, Fun, Don’t Worry Baby, o Wouldn’t It Be Nice sono ancora rilevanti nel mondo d’oggi, in queste condizioni difficili. Sia che stiamo bene, sia che non stiamo bene. Tutti dobbiamo affrontare delle sfide. La musica ci aiuta.”

Lo sguardo intimo e toccante di Frank Marshall racconta la storia dei Beach Boys e di come siano riusciti a toccare il cuore di tante persone per anni, con la loro voce, attraverso decenni e grandi mutamenti culturali e musicali. Questo è sicuramente un documentario da non perdere su Disney+.

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